sabato 6 aprile 2013

Santa Tecla

Uluch Alì nacque in Calabria, col probabile nome di Giovanni Dionigi Galeni, nel 1519.
Stava per entrare in convento e divenire monaco, quando fu catturato dal corsaro algerino Khayr al-Dīn Barbarossa nel 1536 a le Castella, presso Isola di Capo Rizzuto in Calabria. Fatto prigioniero e messo al remo, rinnegò la religione cristiana dopo alcuni anni, per poter uccidere un turco che lo aveva schiaffeggiato e non essere di conseguenza ucciso in base alla legge islamica: questo episodio è riferito nel Don Chisciotte da Miguel de Cervantes, che lo aveva appreso mentre era anch'egli schiavo dei turchi. Diventato musulmano, sposò la figlia di un altro calabrese convertito, Jaʿfar Pascià e iniziò la propria carriera di corsaro, con grande successo. Divenne governatore (bey) d’Algeri, di Tripoli e di Tunisi. Da corsaro imperversò in tutto il Mar Mediterraneo. Opera sua furono le catture nei pressi di Favignana della galera di Pietro Mendoza (1555 ca.), a Marettimo quella di Vincenzo Cicala e Luigi Osorio (1561). Il suo nome è legato a numerose incursioni sulle coste italiane, soprattutto quelle del Regno di Napoli, allora dominio spagnolo. In una di queste incursioni, al comando di sette galee e trecento pirati, sbarcò sulle coste di Santa Tecla (ora frazione di Acireale) inutilmente protetta da una garitta (vedi Wikiedia). La garitta di Santa Tecla esiste ancor oggi ed è immersa in un bosco mediterraneo di singolare bellezza miracolosamente risparmiato dal vandalismo urbanistico. Il sentiero proposto parte dal porto di Santa Tecla per arrivare, lungo la costa, al mare di Stazzo.
Maggiori info nella pagina “Santa Tecla” di www.etnanatura.it.