tag:blogger.com,1999:blog-30627038228943802522024-03-14T09:26:24.285+01:00EtnanaturaConoscere e rispettare l'Etna. Paesaggi, natura, sentieri, foto, eventi e quant'altro. Potete trovare tutto sul sito http://www.etnanatura.itAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.comBlogger240125tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-4990119961408278452013-08-06T12:14:00.002+02:002013-08-06T12:14:41.364+02:00Fine aggiornamentiQuesta pagina non viene più aggiornata.<br />
Tutte le news sono ora presenti sull'homepage di <a href="http://www.etnanatura.it/">www.etnanatura.it</a> e nella sezione news: <a href="http://www.etnanatura.it/news/">http://www.etnanatura.it/news/</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-77325122355973833862013-07-28T19:19:00.002+02:002013-07-28T19:30:46.492+02:00I numeri di etnanatura<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-9aFTjEQ8YFY/UfVSbOug_II/AAAAAAAAB3Y/nwnbRGrcfZ0/s1600/numeri.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-9aFTjEQ8YFY/UfVSbOug_II/AAAAAAAAB3Y/nwnbRGrcfZ0/s1600/numeri.gif" /></a></div>
Ho sempre pensato che i numeri siano importanti. Dietro ad ognuno di essi spesso si nascondono la fatica, la passione e l'impegno. Ed è per questo che vi voglio presentare i numeri del sito www.etnanatura.it sperando che ciò possa invogliarvi a visitare con assiduità il "nostro" sito.<br />
Ad oggi nel sito trovate 255 sentieri con indicazioni e mappe nei vari formati, 250 luoghi catalogati, 53 paesi dell'Etna e 16 suddivisioni tipologiche. Ritrovate ancora 392 link a sentieri proposti da altri siti.<br />
Ed ancora: 395 piante e fiori catalogati, 16.259 foto, etc etc.<br />
Oggi, alle 19.00, abbiamo avuto 3.122 persone che hanno visitato le pagine di etnanatura, che portano il totale del mese di Luglio a più di 62.000 visitatori e dell'anno 2013 a più di 340.000. Il totale dei visitatori di etnanatura (per lo meno da quando abbiamo iniziato la "conta") ammonta a più di 1.180.000 persone.<br />
Per avere i numeri in tempo reale potete cliccare sul seguente link:<br />
<a href="http://www.etnanatura.it/statistiche.php">http://www.etnanatura.it/statistiche.php</a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-zchae2aMIOM/UfVVN3KJi3I/AAAAAAAAB3w/fpVUwdhRsco/s1600/statistiche.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="522" src="http://2.bp.blogspot.com/-zchae2aMIOM/UfVVN3KJi3I/AAAAAAAAB3w/fpVUwdhRsco/s640/statistiche.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-24913808585551211602013-07-23T16:57:00.000+02:002013-07-23T16:57:00.136+02:00Chiesa dei santi Pietro e Paolo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-ohT1nPPIQhY/Ue6ZoT_i1RI/AAAAAAAAB20/c1Pr7EkxcUQ/s1600/20-07-2013+11-08-33.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-ohT1nPPIQhY/Ue6ZoT_i1RI/AAAAAAAAB20/c1Pr7EkxcUQ/s320/20-07-2013+11-08-33.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
La chiesa originaria risaliva presumibilmente all’incirca al
560 Fu in seguito completamente distrutta dagli arabi e quindi ricostruita nel
1117.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Secondo alcuni storici locali la chiesa si trovava sulla
riva destra della valle d’Agrò dove ora si trovano alcuni resti archeologici in
località Scifì.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il conte Ruggero II in viaggio da Messina a Palermo fa una
sosta in scala S. Alexii e cioè al castello di Sant'Alessio Siculo. In tale
circostanza viene avvicinato dal monaco basiliano Gerasimo, il quale chiede al
sovrano la facoltà e le risorse per riedificare (erigendi et readificandi) il
monastero sito in fluvio Agrilea. La richiesta venne prontamente accolta e il
monaco Gerasimo di San Pietro e Paolo si adoperò immediatamente a far erigere
il tempio. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
La chiesa molto probabilmente subì dei gravi danni nel 1169
a causa del fortissimo terremoto che quell'anno squassò tutta la Sicilia
orientale. Fu quindi ristrutturata e rinnovata nel 1172 dall’architetto
(capomastro) Gherardo il Franco come si può dedurre dall’iscrizione in greco
antico posta sull’architrave della porta d’ingresso: “Fu rinnovato questo
tempio dei SS. Apostoli Pietro e Paolo da Teostericto Abate di Taormina, a sue
spese. Possa Iddio ricordarlo. Nell’anno 6680. Il capomastro Gherardo il
Franco”. L’anno 6680 corrisponde nella cronologia greco- bizantina appunto al
1172 in quanto gli anni si computavano dall’origine del mondo che, per i
greco-bizantini, risaliva a 5508 anni prima della venuta di Cristo. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ha l’aspetto di una chiesa fortificata con il classico
orientamento della parte absidale ad est. Il suo aspetto ed il coronamento di
merli indicano senza dubbio la funzione di fortezza che ha dovuto sostenere nei
vari secoli. Ha caratteristiche molto simili a quelle che si possono
riscontrare nelle grandi cattedrali coeve di Cefalù e Monreale.
Architettonicamente si può certamente definire come una sintesi dello stile
bizantino, arabo e normanno. Un sincretismo culturale che ha prodotto un'opera
architettonica che a detta di alcuni studiosi potrebbe rappresentare il primo
esempio di protogotico. (Notizie tratte
da Wikipedia)<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Siti Etnanatura:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Scifi">Area archeologica Scifì</a><o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Chiesa_santi_Pietro_e_Paolo">Chiesa dei santi Pietro e Paolo</a><o:p></o:p></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-90147337910556114922013-07-20T19:06:00.001+02:002013-07-20T19:06:05.186+02:00Castello di Forza d'Agrò<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-6KCTQ7biK3k/UerDcJuUW2I/AAAAAAAAB2k/mNamvfjGRLg/s1600/20-07-2013+09-02-52.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-6KCTQ7biK3k/UerDcJuUW2I/AAAAAAAAB2k/mNamvfjGRLg/s320/20-07-2013+09-02-52.JPG" width="320" /></a></div>
Il castello di Forza d'Agrò è una fortificazione edificata, sulle rovine di una preesistente fortezza, nel sec. XI dai Normanni. Si accede tramide una lunga e ripida scalinata in pietra. Nel 1595 venne restaurato ad opera dei giurati e dei deputati del paese. All'interno della cinta muraria sono visibili i resti della chiesa del S.S. Crocifisso, i magazzini delle granaglie e gli alloggiamenti dei soldati. Nel 1676, durante la Rivolta antispagnola di Messina, il castello rimase fedele alla Spagna, per questo venne assediato e conquistato dai francesi; questi lo misero sotto la giurisdizione militare di Savoca che poco prima aveva capitolato un vantaggioso armistizio con gli stessi francesi. Proprio durante quel periodo travagliato, si consumò nel castello un feroce massacro, ordito da don Antonio de Hox, nobile francese e capitano del castello, fermamente intenzionato a diventare signore di Forza d'Agrò. Lo stesso don Antonio, dovendo consegnare al fratello Giacomo il comando del castello, lo attirò dentro il maniero con la scusa di una cena di benvenuto, in occasione della quale ci sarebbe stato il passaggio delle consegne. Giacomo, non sospettando nulla, vi si recò con i suoi famigliari; dopo una succulenta cena, don Giacomo De Hox ed i suoi famigliari vennero uccisi e fatti a pezzi dagli sgherri di don Antonio. Era la notte del 24 luglio 1676. Per non attirare sospetti sulla sua persona, Antonio De Hox fece spargere la voce che il fratello aveva deciso di lasciare nottetempo il castello. I cadaveri delle vittime, a quanto sembra, non vennero più ritrovati. Ai primi dell'Ottocento, il castello venne occupato dalle truppe inglesi, le quali vi apportarono alcune modifiche architettoniche. Dal 1876, per circa 100 anni è stato adibito a cimitero comunale. Purtroppo, come tante risorse culturali della nostra regione, si trova in uno stato di profondo degrado che si è creduto attenuare rendendo inaccessibile il maniero.<br />
<br />
(notizie storiche tratte da Wikipedia)Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-44138022326861103742013-07-07T17:10:00.003+02:002013-07-07T17:10:58.557+02:00Demolizione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-TGdrlO003cM/UdmE6Av15vI/AAAAAAAAB08/GwzIwfaBudc/s1600/1005754_10200723602025677_536131598_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-TGdrlO003cM/UdmE6Av15vI/AAAAAAAAB08/GwzIwfaBudc/s320/1005754_10200723602025677_536131598_n.jpg" width="253" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-large;">Etnanatura chiede che si proceda immediatamente alla demolizione del mostro che abbrutisce in maniera irrimediabile la timpa di Acireale.</span></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-62825677360055442902013-06-30T18:14:00.003+02:002013-06-30T18:14:52.127+02:00Monte Nero delle Concazze<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-JlXFFfKhd1I/UdBZL0BUlfI/AAAAAAAAB0k/CcQywnMFPRg/s1024/30-06-2013+10-15-57.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-JlXFFfKhd1I/UdBZL0BUlfI/AAAAAAAAB0k/CcQywnMFPRg/s320/30-06-2013+10-15-57.JPG" width="320" /></a></div>
Il nero delle lave che battezzano il monte contrasta nettamente col verde brillante delle macchie di ginepro, col rosa delicato dei fiori di spino santo (Astragalus siculus) e col bianco dell'ultima neve, è l'essenza dell'Etna, la montagna dei contrasti.<div>
<br /></div>
<div>
Etanatura: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Monte_Nero_delle_Concazze">Monte nero delle Concazze</a>.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-16427829472107787982013-06-23T18:30:00.001+02:002013-06-23T18:30:43.070+02:00Dagale lunghe e quercia di Panzazza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-kkQageLF_Dw/UcciqE8KBKI/AAAAAAAABxk/q8cKL9TG6Xo/s1600/23-06-2013+09-33-56.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-kkQageLF_Dw/UcciqE8KBKI/AAAAAAAABxk/q8cKL9TG6Xo/s320/23-06-2013+09-33-56.JPG" width="320" /></a></div>
Vi propongo un altro sentiero che attraversa Pianobello. Dal rifugio si percorre una facile trazzera che ci permette di ammirare la zona bassa della valle del Bove. Lungo il sentiero trovate una splendida quercia secolare "A cezza di Panzazza".<br />
<br />
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Dagale_lunghe">Dagale lunghe</a>.<br />
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Quercia_di_Panzazza">Quercia di Panzazza</a>.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-23857158357412394632013-06-17T10:15:00.000+02:002013-06-17T10:15:02.935+02:00Grotta del gelo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-jCQBcgvK04M/Ub7FYFuGfSI/AAAAAAAABxE/nVK6CZItnTs/s1600/16-06-2013+13-29-57.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-jCQBcgvK04M/Ub7FYFuGfSI/AAAAAAAABxE/nVK6CZItnTs/s320/16-06-2013+13-29-57.JPG" width="320" /></a></div>
I sentieri che conducono alla grotta del gelo sono sicuramente fra i più affascinanti dell'Etna. Attraversare Piano dei dammusi con le sue lave a corda che disegnano fantasmagorici ghirigori, incontrare il Monte dei morti dove le lave sembrano i corpi di cadavere affastellati, sono esperienze uniche che solo l'eterogeneità unica dei paesaggi etnei può offrirci.<div>
Il primo sentiero parte dal rifugio Brunek per arrivare alla fantastica grotta dei lamponi dove lame di luce si rifrangono all'interno della grotta nella neve penetrata dai pozzi di luce. Si continua fra innumerevoli colate laviche attraversando dagale di verde fino al monte dei morti. Si arriva alla grotta di Aci e, infine, alla meta.</div>
<div>
Il secondo sentiero si diparte da piano Provenzana, attraversa Monte nero con la magnifica bottoniera di crateri, arriva al rifugio Timparossa dal quale si devia per inoltrarsi in un fresco bosco che ci riconduce al Piano dei Dammusi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<ul>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_del_gelo">Sentiero da rifugio Brunek</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_del_gelo_2">Sentiero da Piano Provenzana</a></li>
</ul>
</div>
<div>
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-20895608060741268682013-06-11T20:53:00.000+02:002013-06-11T20:53:24.386+02:00Roverella Cugnu di Mezzu<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-phJXG_SvxDY/Ubdx_MMk0gI/AAAAAAAABws/4x4hGvrvbBE/s1600/09-06-2013+12-37-37.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-phJXG_SvxDY/Ubdx_MMk0gI/AAAAAAAABws/4x4hGvrvbBE/s320/09-06-2013+12-37-37.JPG" width="320" /></a></div>
Lungo il costone di Cugnu di mezzu s'insinua la Scalazza, un antico sentiero a gradoni che era utilizzato dai contadini di Zafferana per raggiungere i boschi dell'Etna. Sul bordo della Scalazza, s'affaccia sul precipizio sottostante una vecchia e maestosa roverella.<br />
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Roverella_Cugnu_di_Mezzu">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Roverella_Cugnu_di_Mezzu</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-31703149030237092452013-06-09T18:32:00.002+02:002013-06-09T18:32:54.594+02:00Pietra Barca<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-2w_-TLgSDmk/UbSuGtGRJ5I/AAAAAAAABwc/NMNcQjZVRUs/s1600/09-06-2013+09-38-28.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-2w_-TLgSDmk/UbSuGtGRJ5I/AAAAAAAABwc/NMNcQjZVRUs/s320/09-06-2013+09-38-28.JPG" width="320" /></a></div>
Un sentiero per immergersi nel verde della Valle San Giacomo alla scoperta dei pozzi e dei ruscelli che scorrono fra le pieghe della valle. Per chi non soffre di claustrofobia è inoltre possibile percorrere la galleria artificiale che attraversa il monte alla ricerca della vena d'acqua.<div>
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Pietra_Barca">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Pietra_Barca</a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-62591635688018519682013-06-02T21:15:00.001+02:002013-06-02T21:15:32.817+02:00Grotta degli archi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-xEhgkHLsOM4/UauZxmL9F3I/AAAAAAAABwM/aYESeyyhivM/s1600/02-06-2013+13-50-14.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-xEhgkHLsOM4/UauZxmL9F3I/AAAAAAAABwM/aYESeyyhivM/s320/02-06-2013+13-50-14.JPG" width="320" /></a></div>
La Grotta degli Archi è un bell'esempio di apparato eruttivo che presenta un cono di scorie, formatosi sulla frattura eruttiva, un canale ed un tubo di scorrimento che si sviluppano su due livelli sovrapposti. Il livello superiore, che parte dal cono di scorie, è costituito da un bel canale di scorrimento a cielo aperto, chiuso in alcuni tratti da archi di roccia (da cui il nome della cavità). Questo livello è lungo circa 350 m. Al di sotto di questo, si trova un tubo di scorrimento che è ostruito, nella parte centrale, per il congiungimento del pavimento con la volta ed è accessibile dalle due estremità. L'accesso superiore, che si trova in corrispondenza dell'arco di roccia formatosi a ridosso del cono di scorie, è costituito da uno scivolo che dà accesso al tratto della grotta di scorrimento lungo circa 100 m. Un altro scivolo, a valle del primo arco di roccia, dà invece accesso, dal basso, al tratto di tubo di scorrimento, a valle dell'ostruzione, e che è possibile risalire per circa 70 m, superando anche un salto di circa 3 m. Si ha notizia dell'uso, nel passato,<br />
della cavità come deposito di neve.<br />
Da CSE Catania - Renato Bonaccorso e Roberto Maugeri<br />
<br />
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_degli_archi">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_degli_archi</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-20503400559212953232013-05-30T23:23:00.002+02:002013-05-30T23:23:28.864+02:00Meglio non sapere?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zuTCmIqYWCo/UafDQQSrXMI/AAAAAAAABv0/zuduJBNrw-M/s1600/terremoto+2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="269" src="http://3.bp.blogspot.com/-zuTCmIqYWCo/UafDQQSrXMI/AAAAAAAABv0/zuduJBNrw-M/s320/terremoto+2.jpg" width="320" /></a></div>
161.829 tra morti e feriti a Catania e 136.000 senza tetto.<br />
Praticamente tutta la città sarebbe cancellata d’un colpo se si dovesse ripetere un terremoto della stessa intensità di quello del 1693.<br />
E’ quanto emerge dall’inchiesta di Fabrizio Gatti, Un paese sull’orlo del sisma. Un anno dopo le scosse in Emilia, dossier choc sul rischio di terremoti, pubblicata su L’Espresso del 25.5.2013.<br />
In cosa consiste la novità? Per la prima volta si getta uno sguardo sulla Banca dati realizzata dal Servizio sismico nazionale, utilizzando un criterio nuovo.<br />
In essa, infatti, i parametri di progettazione antisismica non sono definiti solo sulla base di un mero calcolo probabilistico, che tiene conto cioè solo della frequenza statistica dei terremoti, ma sono calibrati sull’intensità massima dei terremoti già avvenuti nel passato e sono correlati con il patrimonio edilizio e la situazione urbanistica attualmente esistente.<br />
In tal modo la qualità delle costruzioni diventa una variabile decisiva assieme alla densità abitativa, alla vulnerabilità degli edifici in base all’anno di costruzione e al materiale utilizzato, all’altezza dei palazzi e alla distanza fra di loro.<br />
Esiste dunque una scheda per ogni comune con tutte le previsioni necessarie per valutare gli effetti di un terremoto: numero di crolli, case inagibili, abitazioni danneggiate, percentuale di crolli sul totale, ecc.<br />
Ciò spiega le drammatiche previsioni che riguardano Catania: sommando assieme l’edilizia povera di molti quartieri della periferia storica, gli esiti criminali della speculazione edilizia degli anni ’60 e l’imperversare dell’abusivismo delle nuove periferie, non si può non arrivare a quelle conclusioni. E non parliamo della situazione di molti edifici pubblici e di molte scuole in particolare.<br />
La mappa di pericolosità attualmente adottata invece dalla Protezione civile, e quindi dai Comuni, è risultata in effetti inattendibile già diverse volte perché basata su un approccio probabilistico, cioè sulla probabilità più o meno alta che un terremoto si ripeta nel tempo.<br />
L’Emilia, secondo la mappa, era classificata come zona a bassa pericolosità e a un terremoto di 6.2 era stato assegnato un tasso di probabilità ogni 700 anni; ma questa è solo una probabilità perché in effetti l’evento si può verificare in qualsiasi momento. Lo stesso inconveniente si era verificato con il terremoto in Irpinia del 1980.<br />
La stessa Protezione civile sembra sottostimare il rischio e sembra abbastanza diffusa l’inconsapevolezza dei politici, dei funzionari addetti alle eventuali emergenze e delle popolazioni.<br />
Eppure si calcola che tra il 1968 e il 2009 la gestione dell’emergenza e la ricostruzione sia costata 135 miliardi di euro, l’80 % dei quali sono stati destinati solo agli esiti delle calamità (risarcimenti, ricostruzioni) mentre non è mai stata avviata una seria politica di messa in sicurezza del territorio.<br />
Molti paesi non hanno un Piano comunale di protezione civile per le emergenze e quelli che ce l’hanno non lo hanno mai fatto conoscere ai cittadini e meno ancora lo hanno mai sperimentato con esercitazioni serie, per cui in caso di emergenza, i cittadini non saprebbero dove raccogliersi e i soccorritori dove portare i feriti.<br />
Per essere più concreti basta fare riferimento alla simulazione di una scossa di magnitudo 7 nell’Appennino meridionale. Essa produrrebbe 11000 morti e 15000 feriti, mentre la stessa scossa in Giappone produrrebbe solo 50 morti e 250 feriti. La differenza è dovuta alle tecniche di costruzione e agli investimenti nella prevenzione.<br />
Oltre che sperare nello stellone (ma fino a quando?) non sarebbe il caso che i nuovi amministratori mettessero all’ordine del giorno la questione?<br />
Da <a href="http://www.argocatania.org/">http://www.argocatania.org</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-55034138386077202672013-05-28T16:53:00.001+02:002013-05-28T16:53:48.873+02:00Priorato di San Giacomo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Bpey-AR6jcc/UaTE7xnv--I/AAAAAAAABvU/St1CBVePdQ0/s1600/26-05-2013+12-41-06.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-Bpey-AR6jcc/UaTE7xnv--I/AAAAAAAABvU/St1CBVePdQ0/s320/26-05-2013+12-41-06.JPG" width="320" /></a></div>
«Prioratus sancti Iacobi de nemore», così lo troviamo indicato per la prima volta in un prezioso volume del 1372 - 1392, conservato nell'Archivio della Curia Arcivescovile di Catania. Il primo documento in cui si parla del Priorato è datato 27 febbraio 1387. In quella data Simone del Pozzo, Vescovo di Catania, concede ai monaci di San Giacomo del Bosco di poter fondare una "grangia" in contradadelli muri antiqui, dietro il monte Serra di Viagrande. Il Priorato esisteva quindi già nel 1387, e se lo si vuole ritenere coevo agli altri numerosissimi monasteri benedettini sorti alle falde dell'Etna nel Medioevo, si può azzardare l'ipotesi che la sua costruzione risalga al secolo XII. Da una bolla papale firmata da Eugenio IV nel 1443 si apprende che l'annessa chiesa di S. Giacomo era sacramentale e parrocchiale, il che fa presumere che fosse frequentata da un primo nucleo di abitanti sorto attorno al monastero. Sempre dalla bolla papale si ricava che detta chiesa conservava le reliquie di S. Giacomo e che ogni anno, il 25 luglio, il Priorato si popolava di pellegrini provenienti da tutta la Sicilia per la festa del Santo. La vita comunitaria del Priorato finì nel 1464, quando il vescovo Guglielmo lo annesse alla dignità di Decanato del Capitolo della Cattedrale, riducendolo di fatto a puro beneficio. Rimarrà però aperta al culto la chiesa di S. Giacomo, almeno fino al 1677. Molto probabilmente la chiesa andò distrutta nel terribile terremoto del 1693. Il Priorato si trovava con certezza collocato all'interno della svasatura della valle non a caso denominata "San Giacomo", a monte di Zafferana. Sui ruderi del monastero e della chiesa sorse una villa padronale di proprietà privata, tutt'oggi esistente. <div>
Da "Il Priorato di S. Giacomo e Zafferana Etnea" di G. Pistorio.<div>
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Etnanatura: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Priorato_san_Giacomo">Priorato di San Giacomo</a>.</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-30289033439334452102013-05-26T20:43:00.001+02:002013-05-26T20:43:32.584+02:00Da Pianobello a Piano dell'Acqua<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-6GbukgyZYc4/UaJXsBP5rRI/AAAAAAAABvE/Jqa3MbhXcPY/s1600/26-05-2013+09-10-29.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-6GbukgyZYc4/UaJXsBP5rRI/AAAAAAAABvE/Jqa3MbhXcPY/s320/26-05-2013+09-10-29.JPG" width="320" /></a></div>
L'Ilice di Carrinu è senz'altro uno fra gli alberi più affascinanti dell'Etna. Si tratta di un magnifico leccio con i rami talmente lunghi da renderlo l'albero più grande del mondo per estensione. A differenza di altri giganti secolari etnei, si trova inoltre immerso in un ambiente naturale incontaminato il che ne esalta il fascino. Il sentiero che vi proponiamo oggi congiunge due fra le più belle vallate dell'Etna (Pianobello e Piano dell'Acqua) e incontra, a metà percorso, l'ilice.<br />
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<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Pianobello_Piano_dell_Acqua">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Pianobello_Piano_dell_Acqua</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-76259849719451912642013-05-23T22:08:00.003+02:002013-05-23T22:08:48.882+02:00Spiagge pulite con Legambiente<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-FNg4H9t9v74/UZ53QurZH0I/AAAAAAAABu0/0kCEexVboek/s1600/292980_470364746379181_1948209584_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="http://1.bp.blogspot.com/-FNg4H9t9v74/UZ53QurZH0I/AAAAAAAABu0/0kCEexVboek/s640/292980_470364746379181_1948209584_n.jpg" width="454" /></a></div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-19611176609886557762013-05-21T19:29:00.001+02:002013-05-21T19:30:05.377+02:00Monte Grosso<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-FKEC8iIddk0/UZuu1G7SQJI/AAAAAAAABuM/rF1kfnNNjag/s1600/19-05-2013+09-47-57.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-FKEC8iIddk0/UZuu1G7SQJI/AAAAAAAABuM/rF1kfnNNjag/s320/19-05-2013+09-47-57.JPG" width="320" /></a></div>
Sul sentiero per monte Gemmellaro si ritrova monte Grosso. Se avete programmata una serena passeggiata familiare lontano dai luoghi affollati dai gitanti delle domenica, nella tranquillità di una fresca pineta, col confort di un'area attrezzata e percorrendo un sentiero che non pone nessuna difficoltà neanche al più pigro della famiglia, il posto ideale è senz'altro monte Grosso.<br />
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<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Monte_Grosso">Sentiero monte Grosso</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Rifugio_monte_Grosso">Rifugio di monte Grosso</a></li>
</ul>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-56168672452186072932013-05-19T20:04:00.001+02:002013-05-19T20:05:09.542+02:00Monte Gemmellaro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/--yDBQi2B6Fo/UZkUAvzFUeI/AAAAAAAABt8/ZdqLbi-0-SM/s1600/19-05-2013+09-57-21.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/--yDBQi2B6Fo/UZkUAvzFUeI/AAAAAAAABt8/ZdqLbi-0-SM/s320/19-05-2013+09-57-21.JPG" width="320" /></a></div>
"Nel partire di re Martino con tutte queste genti dalla città di Trapani, si mosse un terribile terremoto in Mongibello, d'onde poi usci tanta quantità di foco...".<br />
<br />
Questo è l'incipit del racconto di Federico de Roberto della terribile eruzione del 1886 che diede vita a monte Gemmellaro. Il percorso che conduce al monte, nell'attraversare innumerevoli colate laviche, è una specie di libro della storia geologica dell'Etna. Gli enormi canaloni che si dipartano dal Gemmellaro danno ancora oggi un'idea della fenomenale potenza dell'eruzione del 1886.<br />
<br />
Sentieri:<br />
<br />
<ul>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Monte_Gemmellaro">Monte Gemmellaro</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotte_monte_Gemmellaro">Grotte monte Gemmellaro</a></li>
</ul>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-2427181295334468522013-05-18T19:12:00.000+02:002013-05-18T19:12:01.093+02:00Fra storia, leggenda e mistero. Le chiese antiche.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-LCC_69-smzs/UZe2AcF_lsI/AAAAAAAABts/Xl7qPUr1Ncg/s1600/San_giovanni_Palagonia.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-LCC_69-smzs/UZe2AcF_lsI/AAAAAAAABts/Xl7qPUr1Ncg/s320/San_giovanni_Palagonia.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Il terremoto dell’11 gennaio del 1693 viene ricordato come
il più immane evento sismico mai registrato in Italia in periodo storico.
Provocò la distruzione di oltre 45 centri abitati e la morte di più di 60.000
persone. Pochissime furono, in territorio etneo, le chiese che resistettero al
sisma e quasi tutte riportarono seri danni. </div>
<div class="MsoNormal">
Fra queste, prima per vetustà e fascino, la piccola basilica
di <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=San_Giovanni">San Giovanni</a>, bagnata dal ruscello Catalfaro nei pressi di Palagonia. Si
tratterebbe di un edificio risalente al periodo bizantino intorno al V secolo.
Oggi restano a testimonianza alcune arcate e dei pilastri. Meglio conservata la
cuba di Castiglione dedicata a <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Cuba_di_Castiglione">Santa Domenica</a>, sorse probabilmente tra il 775
ed i primi anni dell’800, dopo la morte dell’imperatore Costantino V figlio
dell’imperatore Leone III° detto l’Isaurico. Un’altra Cuba, più piccola e dalla
struttura più tozza, ma non per questo meno interessante, è quella di <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Cuba_di_Malvagna">Malvagna</a> anch’essa
edificata, molto probabilmente, intorno al VII secolo. Sempre in epoca
bizantina fu costruita la cuba di Santo Stefano a Dagala, frazione di Santa
Venerina, oggi soffocata e nascosta dall’edera che rischia di compromettere
definitivamente la stabilità dell’edificio. Ma, per mistero e fascino, meritano una citazione particolare i resti dell’abbazia del SS. Salvatore della Placa
detta <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Badiazza">Badiazza</a>. Nel 1092 il conte Ruggero D’Altavilla, trovandosi a transitare
per i boschi della Placa, incontrò l’Anacoreta Cremete. Affascinato dalla
figura dell’eremita ordinò che venisse costruito un monastero basiliano e
affidò la direzione proprio a Cremete che ne divenne il primo abate.</div>
<div class="MsoNormal">
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Link sei siti:</div>
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<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=San_Giovanni">San Giovanni</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Cuba_di_Castiglione">Santa Domenica</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Cuba_di_Malvagna">Cuba di Malvagna</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Cuba_di_Santo_Stefano">Santo Stefano</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Badiazza">Badiazza</a></li>
</ul>
<br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-64418101005242627752013-05-15T11:50:00.000+02:002013-05-18T20:22:53.167+02:00L'Unesco e l'Etna: e ora?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-Be24ZOZN6bo/UZNaIkpa_1I/AAAAAAAABtc/wPcnb4tNbuM/s1600/UNESCO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="243" src="http://3.bp.blogspot.com/-Be24ZOZN6bo/UZNaIkpa_1I/AAAAAAAABtc/wPcnb4tNbuM/s320/UNESCO.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
Fra circa un mese, nella lontanissima Phnom Penh in Cambogia, anche l’Etna entrerà a far parte della lista dei siti naturalistici considerati dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. La notorietà, l’importanza scientifica e i valori culturali ed educativi del sito sono le principali motivazioni che sono state riconosciute come portatrici di significati di rilevanza globale.</div>
<div>
Non sarà tutta l’area dell’attuale Parco a rientrare in questo riconoscimento ma solo la zona A, cioè l’area sommitale del vulcano, circa 20mila ettari sui 59mila complessivi. Ma già il primo problema da risolvere sarà l’accesso a questa zona, dato che a tutt’oggi esiste un divieto per motivi di sicurezza.</div>
<div>
E adesso cambierà qualcosa nella gestione di questo immenso ed eccezionale patrimonio? Riuscirà l’Ente Parco, istituito nel 1987 e a cui continuerà ad essere affidata la gestione, ad avere una presenza diversa da quella burocratica e imbalsamatrice che ha esercitato finora?</div>
<div>
Rientrare nella lista Unesco non significa infatti appendersi solo una medaglietta al petto e buonanotte ma potrebbe aprire alla possibilità di attingere a nuovi finanziamenti anche da parte dell’Onu, dell’Unione europea e ministeriali.</div>
<div>
Questi però non arriveranno a pioggia ma solo a fronte della capacità di presentare progetti seri nel campo della conservazione del bene e della sua fruizione e in quello dell’educazione ambientale.</div>
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Per poter usufruire dei finanziamenti previsti occorre infatti redigere un ‘piano di gestione’ con cui vengono definite “le priorità di intervento e le relative modalità attuative, nonché le azioni esperibili per reperire le risorse pubbliche e private necessarie, (…) oltre che le opportune forme di collegamento con programmi o strumenti normativi che perseguano finalità complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i piani relativi alle aree protette.”</div>
<div>
Recita così l’art. 3 della legge 20 febbraio 2006 n.77, Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella «lista del patrimonio mondiale», posti sotto la tutela dell’UNESCO.</div>
<div>
Certo, la situazione di partenza è pochissimo allegra. Cosa ci si può aspettare infatti da un Ente politicamente lottizzato che esce da un lungo periodo di commissariamento, che brucia tre quarti delle sue risorse per le spese di personale e di gestione, che non ha un suo corpo di guarda parchi, che non riesce a coordinare il problema della gestione dei rifiuti, che è stato capace di piantare un esagerato numero di cartelli superflui tranne quelli utili per il turista -come quelli della sentieristica-, con un sito internet nel quale le notizie che interessano gli appassionati della montagna bisogna cercarle con il lumicino e dal quale non risulta neanche l’esistenza di un organismo scientifico -sia pure di consulenza-, che possiede sul suo territorio, ma non riesce a gestire, una notevole quantità di immobili utili per l’escursionismo?</div>
<div>
Con questo ulteriore riconoscimento, comunque, Catania sarà probabilmente una delle province a più alta concentrazione di riconoscimenti Unesco del mondo.</div>
<div>
Sembra incredibile, ma è così perché vi è già inserita in quanto parte del distretto delle città del Barocco, riconoscimento ottenuto nel 2002, ma anche perché una delle sedi storiche dell’Opera dei pupi (inserita nella lista dei beni immateriali nel 2008) e perché rientra fra le regioni in cui si coltiva la tradizione della Dieta mediterranea (inserita nella stessa lista nel 2010). Probabilmente neppure molti catanesi ne sono informati.</div>
<div>
Ma è anche tutta la Sicilia centro-orientale ad essere ampiamente rappresentata fra i beni Unesco. Ne fanno anche parte infatti anche la Valle dei templi di Agrigento e la Villa del Casale di Piazza Armerina (fin dal 1997), le isole Eolie (dal 2000) Siracusa e Pantalica (dal 2005).</div>
<div>
Questa profluvie di riconoscimenti, però, ha modificato in noi siciliani la considerazione che dovremmo avere per tutta questa ricchezza; ha, in qualche modo, influito sulla loro appropriata valorizzazione turistica? Senza voler essere criticoni a tutti i costi, non ci sembra.</div>
<div>
A Catania è stata distrutta anche l’unica targa, nei pressi di piazza Duomo, che informava del riconoscimento ottenuto e, a nostra memoria, nessun Ente pubblico, in questi undici anni, ha mai avviato una seria politica di progettazione e di promozione dell’immagine della città, come strumento per ricavare tutti i possibili vantaggi che potrebbero derivare dai riconoscimenti ottenuti.</div>
<div>
Esiste anche una Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO che ha come scopo “la programmazione, il coordinamento e la realizzazione di attività dirette alla protezione e alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale rappresentato dai beni UNESCO”, ma, fra i comuni siciliani, risultano farne parte solo quelli di Lipari, Noto, Piazza Armerina, Palazzolo Acreide, Sortino e Siracusa.</div>
<div>
Il Comune e la Provincia di Catania si sono guardati bene dall’aderirvi. Non ne hanno bisogno. Sono capacissimi di non fare niente di buono da soli, loro.</div>
<div>
Da http://www.argocatania.org/<br />
Ecco il document dell'Unesco:<br />
<a href="http://www.etnanatura.it/documenti/download/liberi/Unesco/Unesco_Etna.pdf">http://www.etnanatura.it/documenti/download/liberi/Unesco/Unesco_Etna.pdf</a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-44539548734511888992013-05-13T12:27:00.002+02:002013-05-13T12:27:29.194+02:00Monte Nero<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-SPmMfkAhwts/UZC_6wdMGnI/AAAAAAAABtM/QWEtjCLeAwM/s1600/montenero.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-SPmMfkAhwts/UZC_6wdMGnI/AAAAAAAABtM/QWEtjCLeAwM/s320/montenero.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Monte Nero nacque a seguito dell’eruzione del 1646. Nel 1923, alla base del monte, si formò un’impressionante bottoniera di crateri da cui si
può accedere (ma solo se si è esperti speleologi) all’Abisso di Monte Nero: il più grande
sistema eruttivo in frattura rimasto sull’Etna ed uno dei meglio conservati.
Circumnavigando il monte si ritrovano la grotta di Monte Nero e la grotta delle
femmine di monte Nero (da non confondere con la più nota omonima che si trova
più a nord). Si arriva quindi al rifugio Timparossa da cui si può ritornare
indietro seguendo un nuovo percorso che lascia il monte sulla sinistra.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Indicazione sentieri:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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</div>
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<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Monte_Nero">Monte Nero</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Abisso_di_monte_Nero">Abisso di monte Nero</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_monte_Nero">Grotta di monte Nero</a></li>
<li><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_delle_femmine_di_monte_Nero">Grotta delle femmine di monte Nero</a></li>
<li><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 115%;"><a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Rifugio_Timparossa">Rifugio Timparossa</a></span></li>
</ul>
<o:p></o:p><br />
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<o:p></o:p></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-92098030763429015922013-05-07T17:25:00.001+02:002013-05-07T17:25:06.945+02:00Cavasecca<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-qt1NgsxWD8w/UYkcqwnJ5nI/AAAAAAAABrQ/I2FkU2aNTYU/s1600/05-05-2013+07-51-20.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-qt1NgsxWD8w/UYkcqwnJ5nI/AAAAAAAABrQ/I2FkU2aNTYU/s320/05-05-2013+07-51-20.JPG" width="320" /></a></div>
Nella valle San Giacomo a Zafferana un itinerario minore, ma solo per la difficoltà minima, è quello che porta alle sorgenti di Cavasecca. Siamo in località Piano dell'Acqua e, quindi, non dobbiamo meravigliarci della presenza di una sorgente ferrosa che alimenta un ruscelletto. Alle spalle il ripido pendio di Cugnu di Mezzo dove s'inerpica la <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Scalazza">Scalazza</a>. Maggiori informazioni sul <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Cavasecca">sentiero Cavasecca</a> su <a href="http://www.etnanatura.it/">www.etnanatura.it</a>.<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-47888817225347705422013-05-04T19:27:00.001+02:002013-05-04T19:28:04.873+02:00Fra storia, leggenda e mistero. Prima parte.<br />
<div class="MsoNormal">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-pKo380J8TVc/UYVFGhLWxcI/AAAAAAAABrA/dh1h9bwkEJE/s1600/20120725+058.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-pKo380J8TVc/UYVFGhLWxcI/AAAAAAAABrA/dh1h9bwkEJE/s320/20120725+058.jpg" width="320" /></a></div>
Con questo post iniziamo un viaggio nella storia dei popoli
dell’Etna proponendovi dei siti sconosciuti ai più e che meritano una visita
per il fascino e il mistero che racchiudono oltre che per le bellezze
naturalistiche. Non si tratta di un percorso organico e risente molto di scelte
personali e, spesso, arbitrarie di chi scrive.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Per il clima mite, la terra fertile, il mare pescoso i
territori dell’Etna sono stati abitati fin dalla preistoria e di questi
insediamenti restano numerose testimonianze.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Molte grotte si sono rilevate giacimenti di reperti di
incommensurabile valore storico-etnico:</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<ol start="1" style="margin-top: 0cm;" type="1">
<li class="MsoNormal">Le
grotte <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_Petralia">Petralia</a> (dove gli archeologi hanno rinvenuto numerosi frammenti
ceramici dell’età del Bronzo, utensili di selce, ossa di grossi mammiferi,
vasi, sepolture con scheletri umani, recinti realizzati con sassi
opportunamente disposti sul pavimento della grotta, entro i quali
probabilmente l’uomo preistorico vi svolgeva riti d’iniziazione) e dei
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_dei_roditori">Roditori</a> a Catania</li>
<li class="MsoNormal">La
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_delle_femmine">grotta delle Femmine</a> (dove sono stati rinvenuti frammenti ceramici
attribuibili alla cultura di Castelluccio) a Castiglione in contrada
Germaniera.</li>
</ol>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
L’area archeologica <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Metapiccola">Metapiccola</a> ci riporta all’età del ferro
e rappresenta la prima fase d’insediamento dell’area di Leontinoi.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Rocchicella">Rocchicella</a> dove nacque il mito siculo dei fratelli Palici,
poi assorbito dalla cultura greca.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
Le<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotticelle_di_Orgale"> Grottitte</a> di contrada <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Orgale">Orgale</a> che assomigliano alle grotte
di Pantalica e dove è si ritrova un misterioso megalite di forma fallica.</div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Riepilogo dei siti:</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<ol>
<li>Grotta Petralia: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_Petralia">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_Petralia</a></li>
<li>Grotta dei Roditori: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_dei_roditori">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_dei_roditori</a></li>
<li>Grotta delle Femmine: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_delle_femmine">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotta_delle_femmine</a></li>
<li>Metapiccola: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Metapiccola">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Metapiccola</a></li>
<li>Rocchicella: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Rocchicella">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Rocchicella</a></li>
<li>Le Grottitte: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotticelle_di_Orgale">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Grotticelle_di_Orgale</a></li>
<li>Orgale: <a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Orgale">http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Orgale</a></li>
</ol>
<div>
Segue.</div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-47743758782784070812013-04-29T16:05:00.002+02:002013-04-29T16:06:46.631+02:00Un milione!<a href="http://2.bp.blogspot.com/-NNtPMnuFNNs/UX5-CXC45VI/AAAAAAAABpI/S63LqV0G1NM/s1600/bonaventura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-NNtPMnuFNNs/UX5-CXC45VI/AAAAAAAABpI/S63LqV0G1NM/s1600/bonaventura.jpg" /></a><span style="font-size: large;">Etnanatura.it ha superato un milione di accessi non esclusivi. Etnanatura è un sito non commerciale, gestito da una sola persona, senza pubblicità e senza alcuna finalità di tipo economico e commerciale. E' un piacere condividere con voi l'amore e il rispetto per la natura. Grazie di cuore!</span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-39697705160653068252013-04-28T19:06:00.000+02:002013-04-28T19:06:02.812+02:00Monte Calanna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-zEIDq1s3j64/UX1WrIV3UTI/AAAAAAAABog/BbjbZ9MBmP8/s1600/28-04-2013+10-48-00.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-zEIDq1s3j64/UX1WrIV3UTI/AAAAAAAABog/BbjbZ9MBmP8/s320/28-04-2013+10-48-00.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Il monte Calanna, che separa l’omonima valle dalla valle del
Bove, è strettamente legato alla storia del vulcano. La seconda fase della
storia geologica dell'Etna, iniziò infatti con eruzioni localizzate. Un primo
apparato, denominato Etna antico o primordiale risulta formato da colate di
lava, da prodotti di eruzioni esplosive e da depositi rimaneggiati. In questa
fase si formò un primo grande strato vulcano, il Monte Calanna appunto, che ha
cessato l’attività circa 80 mila anni fa. In seguito la valle ai piedi del
monte costituì nei secoli un elemento di ricchezza per le popolazioni contadine
dei paesi pedemontani dell’Etna fino alla catastrofica eruzione del 1991. Da allora il monte Calanna si erge
solitario in un mare di lava e costituisce una magnifica terrazza verso la valle
del Bove. Maggiori informazioni nella pagina “<a href="http://www.etnanatura.it/sentieri/sentieri.php?nome=Monte_Calanna">Monte Calanna</a>” di
<a href="http://www.etnanatura.it/">www.etnanatura.it</a>.<o:p></o:p></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3062703822894380252.post-53033246849642117052013-04-25T19:55:00.002+02:002013-04-25T19:57:03.988+02:00Eclissi di luna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-LFp0grHU4Dk/UXluGkVbJ5I/AAAAAAAABoQ/E2hy3qSuS_A/s1600/schermata_ansa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-LFp0grHU4Dk/UXluGkVbJ5I/AAAAAAAABoQ/E2hy3qSuS_A/s320/schermata_ansa.jpg" width="320" /></a></div>
Conto alla rovescia per l'eclissi di Luna di giovedì 25 aprile. "Anche se sarà una eclissi parziale vale la pena vederla perché, tempo permettendo, si riuscirà lo stesso a scorgere il bordo lunare più prossimo all'ombra della Terra oscurarsi", osserva l'astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope.<br />
<br />
E' possibile seguire l'eclissi sul canale ANSA Scienza e Tecnica in diretta streaming con il Virtual Telescope, dalle 21,30 alle 22,50.<br />
<br />
A rendere particolare l'evento sarà la luminosità della Luna, che il 25 aprile sarà piena. Visibile da tutta Europa, Italia compresa, l’eclissi sarà simile a quella parziale del 31 dicembre 2009, particolarmente spettacolare. <br />
<br />
Un'eclissi si verifica quando la Luna entra nel cono d'ombra proiettato dalla Terra nello spazio, in questo caso l'eclissi è parziale perché il disco della Luna non entra completamente, ma solo parzialmente, nell'ombra della Terra. "Vale la pena non perdere lo spettacolo - sottolinea Masi - anche perché avverrà in un orario comodo". La Luna entrerà nel cono d'ombra della Terra alle 21,54 del 25 aprile e ne uscirà alle 22,21, il culmine del fenomeno sarà alle 22,07.<br />
Da Ansa.itAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/10797451596481488301noreply@blogger.com0