La chiesa originaria risaliva presumibilmente all’incirca al
560 Fu in seguito completamente distrutta dagli arabi e quindi ricostruita nel
1117.
Secondo alcuni storici locali la chiesa si trovava sulla
riva destra della valle d’Agrò dove ora si trovano alcuni resti archeologici in
località Scifì.
Il conte Ruggero II in viaggio da Messina a Palermo fa una
sosta in scala S. Alexii e cioè al castello di Sant'Alessio Siculo. In tale
circostanza viene avvicinato dal monaco basiliano Gerasimo, il quale chiede al
sovrano la facoltà e le risorse per riedificare (erigendi et readificandi) il
monastero sito in fluvio Agrilea. La richiesta venne prontamente accolta e il
monaco Gerasimo di San Pietro e Paolo si adoperò immediatamente a far erigere
il tempio.
La chiesa molto probabilmente subì dei gravi danni nel 1169
a causa del fortissimo terremoto che quell'anno squassò tutta la Sicilia
orientale. Fu quindi ristrutturata e rinnovata nel 1172 dall’architetto
(capomastro) Gherardo il Franco come si può dedurre dall’iscrizione in greco
antico posta sull’architrave della porta d’ingresso: “Fu rinnovato questo
tempio dei SS. Apostoli Pietro e Paolo da Teostericto Abate di Taormina, a sue
spese. Possa Iddio ricordarlo. Nell’anno 6680. Il capomastro Gherardo il
Franco”. L’anno 6680 corrisponde nella cronologia greco- bizantina appunto al
1172 in quanto gli anni si computavano dall’origine del mondo che, per i
greco-bizantini, risaliva a 5508 anni prima della venuta di Cristo.
Ha l’aspetto di una chiesa fortificata con il classico
orientamento della parte absidale ad est. Il suo aspetto ed il coronamento di
merli indicano senza dubbio la funzione di fortezza che ha dovuto sostenere nei
vari secoli. Ha caratteristiche molto simili a quelle che si possono
riscontrare nelle grandi cattedrali coeve di Cefalù e Monreale.
Architettonicamente si può certamente definire come una sintesi dello stile
bizantino, arabo e normanno. Un sincretismo culturale che ha prodotto un'opera
architettonica che a detta di alcuni studiosi potrebbe rappresentare il primo
esempio di protogotico. (Notizie tratte
da Wikipedia)
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