«Prioratus sancti Iacobi de nemore», così lo troviamo indicato per la prima volta in un prezioso volume del 1372 - 1392, conservato nell'Archivio della Curia Arcivescovile di Catania. Il primo documento in cui si parla del Priorato è datato 27 febbraio 1387. In quella data Simone del Pozzo, Vescovo di Catania, concede ai monaci di San Giacomo del Bosco di poter fondare una "grangia" in contradadelli muri antiqui, dietro il monte Serra di Viagrande. Il Priorato esisteva quindi già nel 1387, e se lo si vuole ritenere coevo agli altri numerosissimi monasteri benedettini sorti alle falde dell'Etna nel Medioevo, si può azzardare l'ipotesi che la sua costruzione risalga al secolo XII. Da una bolla papale firmata da Eugenio IV nel 1443 si apprende che l'annessa chiesa di S. Giacomo era sacramentale e parrocchiale, il che fa presumere che fosse frequentata da un primo nucleo di abitanti sorto attorno al monastero. Sempre dalla bolla papale si ricava che detta chiesa conservava le reliquie di S. Giacomo e che ogni anno, il 25 luglio, il Priorato si popolava di pellegrini provenienti da tutta la Sicilia per la festa del Santo. La vita comunitaria del Priorato finì nel 1464, quando il vescovo Guglielmo lo annesse alla dignità di Decanato del Capitolo della Cattedrale, riducendolo di fatto a puro beneficio. Rimarrà però aperta al culto la chiesa di S. Giacomo, almeno fino al 1677. Molto probabilmente la chiesa andò distrutta nel terribile terremoto del 1693. Il Priorato si trovava con certezza collocato all'interno della svasatura della valle non a caso denominata "San Giacomo", a monte di Zafferana. Sui ruderi del monastero e della chiesa sorse una villa padronale di proprietà privata, tutt'oggi esistente.
Da "Il Priorato di S. Giacomo e Zafferana Etnea" di G. Pistorio.
Nessun commento:
Posta un commento