Alberi!
Foste frecce
cadute dall'azzurro?
Che terribili guerrieri vi scagliarono?
Furono gli astri?
Le vostre musiche (5) vengono dall'anima degli uccelli,
dagli occhi di Dio,
dalla passione perfetta.
Alberi!
Conosceranno le vostre rudi radici
il mio cuore nella terra?
Federico Garcia Lorca
Quante leggende, quanti racconti, quanti sogni nascondono i patriarchi dell’Etna. Dal più famoso, il Castagno dei cento cavalli, che riparò la regina Giovanna e i suoi cento cavalieri in una notte di pioggia che la leggenda vuole sia diventata una notte d’amore, alla Trofa du camperi che cela il segreto di un omicidio (quello del camperi trovato sotto i rami di questo magnifico faggio). E poi l’Aliva ‘mpttata di Misterbianco su cui fu innalzata la campana della chiesa distrutta dalla tremenda eruzione dell’11 marzo 1669 e un altro ulivo, quello di Motta, maestoso e vetusto (vecchio più di mille anni). Per non parlare dell’Ilice Carrinu, l’albero le cui fronde abbracciano un diametro che lo rende, per circonferenza, la pianta più grande del mondo o del pino Zappinazzo, il più alto dell’Etna. Ma per bellezza non possiamo non citare il Faggio della rocca le cui radici si aggrappano alle pietre sull’orlo di un dirupo.
Per una rassegna completa vedi la pagina http://www.etnanatura.it/sentieri/alltematici.php?codice=9 di www.etnanatura.it.
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